(1469-1527) [Clicca su ciascuna foto per vederne la descrizione]     

RICORDANDO MACHIAVELLI      



1
"ed in tutte le cose umane si vede questo, chi le esaminerà bene: che non si può mai cancellare uno inconveniente, che non ne surga un altro."



2
"perche' e' scusato colui che e' violento per guastare, non quello che e' per acconciare."



3
"Perché gli uomini, (...), spesso fanno come certi minori uccelli di rapina; ne' quali è tanto desiderio di conseguire la loro preda, a che la natura gl'incita, che non sentono uno altro maggiore uccello che sia loro sopra per ammazzarli."



4
"perché sono le forze che facilmente si acquistano i nomi, non i nomi le forze."



5
"Né giova loro alcuna vittoria che per lo addietro avessero avuta, perché tutto la presente perdita cancella."



6
"E perché gli eccellenti uomini nelle republiche corrotte, nei tempi quieti massime, e per invidia e per altre ambiziose cagioni, sono inimicati, si va dietro a quello che o, da uno comune inganno è giudicato bene, o, da uomini che più presto vogliono i favori che il bene dello universale, è messo innanzi."



7
"ho considerato più volte come la cagione della trista e della buona fortuna degli uomini è riscontrare il modo del procedere suo con i tempi."



8
"E' pare che nelle azioni degli uomini, come altra volta abbiamo discorso, si truovi, oltre alle altre difficultà, nel volere condurre la cosa alla sua perfezione, che sempre propinquo al bene sia qualche male, il quale con quel bene sì facilmente nasca che pare impossibile potere mancare dell'uno, volendo l'altro."



9
"Non è vergognoso non osservare quelle promesse che ti sono state fatte promettere per forza."



10
"E chi legge la Bibbia sensatamente, vedrà Moisè essere stato forzato, a volere che le sue leggi e che i suoi ordini andassero innanzi, ad ammazzare infiniti uomini, i quali, non mossi da altro che dalla invidia, si opponevano a' disegni suoi."



11
"Ancora che, per la invida natura degli uomini, sia sempre suto non altrimenti periculoso trovare modi ed ordini nuovi, che si fusse cercare acque e terre incognite, per essere quelli più pronti a biasimare che a laudare le azioni d'altri."



12
"Pertanto, non potendo gli uomini assicurarsi se non con la Potenza."



13
"E per disputare meglio questa parte, dico, come questo vizio della ingratitudine nasce o dall'avarizia o da il sospetto."



14
"Vedesi per questo ancora, quanto gli uomini stimano più la roba che gli onori."



15
"Gli uomini prudenti si fanno grado delle cose sempre e in ogni loro azione, ancora che la necessità gli constringesse a farle in ogni modo."



16
"Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la moltitudine, ... Haec natura multitudinis est: aut humiliter servit, aut superbe dominator (questa e' la natura delle motitutini: o servire umilmente o comadare in maniera suberba)."



17
"Perché la cagione della disunione delle republiche il più delle volte è l'ozio e la pace; la cagione della unione è la paura e la guerra."



18
"Io credo che sia una delle grandi prudenze che usono gli uomini, astenersi o dal minacciare o dallo ingiuriare alcuno con le parole: perché l'una cosa e l'altra non tolgono forze al nimico; ma l'una lo fa più cauto, l'altra gli fa avere maggiore odio contro di te, e pensare con maggiore industria di offenderti."



19
"Non fu alcuno mai tanto prudente, né tanto estimato savio per alcuna sua egregia operazione, quanto merita d'esser tenuto Iunio Bruto nella sua simulazione della stultizia."



20
"... e non sapeva che il tempo non si può aspettare, la bontà non basta, la fortuna varia, e la malignità non truova dono che la plachi."



21
"La quale cosa fa testimonianza a quello che di sopra ho detto che gli uomini non operono mai nulla bene, se non per necessità."



22
"L'odio e' suscitato piu' facilmente che il timore."



23
"... (gli uomini) anzi, molte volte si muovono più per le cose che paiono che per quelle che sono."



24
"Gli uomini, come che s'ingannino ne' generali, ne' particulari non s'ingannono."



25
"Ma lo ingannò la prima opinione, non conoscendo che la malignità non è doma da tempo né placata da alcuno dono."



26
"Egli fu sempre, e sempre sarà, che gli uomini grandi e rari in una republica, ne' tempi pacifichi, sono negletti; perché, per la invidia che si ha tirato dietro la riputazione che la virtù d'essi ha dato loro, si truova in tali tempi assai cittadini che vogliono, non che essere loro equali, ma essere loro superiori."



27
"Oltre a questo, gli uomini sono spinti da due cose principali; o dallo amore, o dal timore: talché, così gli comanda chi si fa amare, come lui che si fa temere; anzi, il più delle volte è più seguito e più ubbidito chi si fa temere che chi si fa amare."



28
"Ancora che lo usare la fraude in ogni azione sia detestabile, nondimanco nel maneggiare la guerra è cosa laudabile e gloriosa."


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